Strana notte quella che mi appresto a trascorrere assieme al mio collega e amico Sebastiano.
Quello che seguirà sarà il resoconto scritto e personale di ciò che accadrà in questa casa.
L'edificio a tre piano è stato suddiviso in tre zone diverse, una per ogni piano dove qua quasi cinquanta anni fa vennero ritrovati i corpi della famiglia DiValenzi, uccisa barbaramente dal figlio maggiore Riccardo, uccisosi poi nel corridoio dopo aver ucciso anche il fratello più piccolo, Dario.
Il padre venne trovato al piano terra accovacciato davanti alla porta di ingresso, mentre la madre, Silvia era ancora nel suo letto tra le coperte quando gli agenti entrarono nella casa. Il gesto del figlio è stato interpretato come quello di un forte rancore nei confronti dei genitori, sfociato poi nel terribile omicidio del Caso DiValenzi. Questo è quanto affermato dalla polizia.
Ciò che cerchiamo di capire è cosa sia realmente avvenuto il 12 ottobre del 1974.
Ore 23:15.
Le macchina sono pronte, questa strumentazione sensibile alle variazioni magnetiche ci aiuteranno a fotografare le varie aree della casa. I registratori sono già in funzione da un'ora e sono stati sistemati in ogni stanza come anche le camere ad infrarossi. Con noi si sono uniti anche due medium che in questo momento si trovano nel salone principale. Al momento la casa è tranquilla. Pensiamo che in una sola notte di riuscire ad avere le risposte cercando di metterci in contatto con tutti i quattro i componenti della famiglia.
Ore 23:30.
Per ora tutto è quieto, tra qualche minuto i due medium cercheranno di mettersi in comunicazione.
La casa è avvolta dal silenzio, solo da fuori il forte vento attira la nostra attenzione con il suo soffiare sulle finestre e sugli alberi.
Ecco che si preparano. Da questo momento il nostro silenzio è obbligatorio.
Al centro dal tavolo è stata posta una tavola spiritica, chiamata Tavola Ouija con il quale verranno lette le risposte.
Il salone nel quale ci troviamo è molto spazioso. Una serie di quattro finestre in legno ormai invecchiato e scrostato apre la vista al cortile con la fila di alberi di castagno che si muovono al vento. Alle pareti sono appesi dei quadri anch'essi degradati dal tempo che ritraggono paesaggi montani e campestri, acquistati forse in qualche mercatino a basso prezzo. Mobili e credenze completano l'arredamento che è però impreziosito da un pianoforte in legno scuro addossato alla parete.
Poichè le luci sono state spente, siamo illuminati fiocamente da delle abatjour che irraggiano una delicata lingua di luce gialla sul soffitto.
I due intermediari spiritici, di cui non farò i nomi, sono attorno al tavolo. Durante i preparativi ci hanno avvisato che non sempre è possibile un contatto diretto in breve tempo a volte ci vuole più di una seduta prima che si presentino.
Ore 23:45.
Da un quarto d'ora è iniziata la seduta. I due medium sono seduto uno affianco all'altro e poggiano le mani sulla tavola. Davanti a loro è stata posta una sedia, dove idealmente verrà usata dallo spirito per "accomodarsi" per raccontare cosa sia successo. Sappiamo che questo esperimento non avrà nessun valore legale e probabilmente nemmeno scientifico, ma speriamo rimarrà come testimonianza e documento per chiunque voglia sapere consultando fonti alternative.
La prima persona che cercheremo di contattare sarà il padre.
I due stanno cercando di farlo arrivare e pronunciano il suo nome in continuazione. Continuano a chiamarlo con voce calma e chiara.
Devo registrare il fatto che improvvisamente la temperatura all'interno della stanza ha iniziato ad abbassarsi sempre più come anche quella delle altre camere, di ciò me ne da conferma anche il collega dal pc.
Infatti da quello che leggo nei volti dei medium è il segno che deve essere presente lo spirito. La situazione è di attesa: continuano a ripetere il nome dell'uomo. Le domande che verranno poste sono state preventivamente concordate e serviranno come traccia per la descrizione successiva degli accadimenti.
Ore 00:00.
Le prima due domande sono state poste, era domande di routine per avere conferma se ad essere presente fosse la persona voluta, la risposta è stata affermativa; per fortuna.
Ora continueranno con le restanti domande che verranno poi poste al resto della famiglia.
Riporterò di seguito la domanda con una trascrizione il più fedele possibile dalla risposta.
"Visto che sei tu, sei in grado di raccontare ciò che accadde quella notte?".
"Erano circa le dieci e mezzo di notte. Mi trovavo in questa stanza a guardare la tv. Non c'era nessun rumore in casa ed era tutto al buio, solo da fuori si sentiva il forte temporale. Mi trovavo li dove ora c'è quella credenza in vetro. Trovandomi di profilo rispetto alla porta vidi con la coda dell'occhio un figura nera. Questa avanzò velocemente verso di me senza dire nulla e improvvisamente sentii uno sparo che colpì la gamba destra. Dal dolore scivolai per terra urlando. Quella figura continuava a non dire una parola. Io udivo solo il suo respiro profondo e lento. Si muoveva tranquillamente e seguiva i miei movimenti. Quando mi trascinai alla porta, mi allungai, ma un altro colpo di fucile andò ad abbattersi sul petto".
"Perchè credi ti abbia fatto questo?"
"Perchè voleva punirmi del fatto che avevo minacciato di mandarlo via di casa, dopo l'ennesima lite e il suo fare uso di droghe".
Ore 00:15.
Durante il primo contato il collega al computer ha rilevato una forte presenza di energia magnetica sia in soggiorno che nell'ingresso. Vedremo in seguito se siamo riusciti a catturare qualcosa tra le immagini o nelle registrazioni ad alta frequenza.
Col proseguire della notte il tempo sta volgendo al brutto. Le ombre degli alberi si accalcano alle pareti e si piegano alla forza del vento e vengono rischiarati da sporadici bagliori bianchi del temporale in arrivo.
Nel frattempo i medium stanno facendo una pausa. Come primo commento posso dire che stiamo lavorando molto bene.
Ora però sta accadendo qualcosa che non ci aspettavamo, dalle scale che conducono al piano superiore sta provenendo uno strano lamento, ma non riusciamo a a capire a cosa possa appartenere, sembra un suono gutturale e profondo. Ci siamo spostati verso lo schermo delle telecamere IR e vediamo tre bagliori luminescenti. Uno pare che si stia muovendo velocemente verso il piano di sora, La scena si ripete ad intermittenza come in una moviola; si sentono della urla, sembrano quasi... no, no è proprio la voce di una bambino che si perde in un eco tra le mura della casa. Mi informa il collega che i macchinari stanno registrando energia elevata al piano di sopra.
Ore 00:30.
Di sicuro c'è qualcosa in questa casa che non è in pace e speriamo di venirne a capo.
I medium stanno per iniziare. Abbiamo chiesto che venisse interpellata la madre e come prima trascriverò la conversazione.
La richiesta di interazione con lo spirito viene così formulata.
"Dal profondo del buio stiamo cercando lo spirito di Silvia che morì in questa casa il 12 ottobre 1974".
La domanda è stata ripetuta un paio di volte e forse ci siamo.
"Dicci il tuo nome e la causa della morte".
"Sono Silvia Manni, sposta con Franco DiValenzi e madre di due figli. Ma non so come sono morta".
Molto strano un morto che non si accorge di essere morto; commento personale.
Abbiamo deciso di continuare con le domande.
"Visto che sei Silvia, raccontaci ciò che accadde quella notte."
"Come ho detto non so come sono morta. Ricordo solo di esseri coricata e poi più nulla".
Nuovamente gli stessi rumori di prima hanno ripreso, ma questa volta si sono aggiunte le porte che hanno sbattuto per qualche istante in modo violento. Sempre al piano di sopra si sente un rumore come di qualcuno che graffia il legno. Il momento di concentrazione è saltato, ora dovranno interrompere e riprendere a breve.
Mi sono avvicinato al collega seduto davanti allo schermo per avere qualche delucidazione e mi ha confermato che tutto procede tranquillamente, la strumentazione funziona regolarmente e mi ha informato che quando la donna ha iniziato a comunicare le luci della cucina si sono accese e spente un paio di volte.
Ore 01:00.
Siamo arrivati all'una di notte. La serata si preannuncia lunga a quanto sembra. Abbiamo già fatti fuori cinque bicchieri di caffè a test. Il bosco attorno a noi è quanto di più classicamente tetro possa esserci. Una massa fitta di rami e fronde che con il temporale ormai iniziato fa oscillare i grandi alberi verso la casa.
Ok, si riprende proprio adesso. I medium hanno deciso di cambiare metodo di contato, si userà la classica seduta spiritica dove sarà il convocato a parlare attraverso l'interlocutore.
Sono appena stato chiamato dal collega al computer e mi ha fatto vedere una cosa molto particolare; sugli schermi delle camere a infrarossi sta accadendo una cosa che non ci aspettavamo. L'immagine per ovvie ragioni non è nitida, ma si intuisce che sono due persone e si trovano nel corridoio al piano di sopra, una sembra più grande e sta trascinando l'altra probabilmente per i piedi.
Quello che ha registrato è stata la morte del fratello più piccolo. Si sta aggrappando con le mani al pavimento mentre viene trascinato di peso. Però qualcosa non torna, vicino alle scale si vede un terzo bagliore. Nessuno ha mai parlato di una terza persona nella casa al momento dell'omicidio.
É giunto il momento di chiamare il fratello più piccolo, Dario. Il medium è pronto ad iniziare. Il collega fungerà da assistente. La tavola è stata riposta.
"Dal profondo del buio, sto cercando di contattare lo spirito di Dario DiVAlenzi. Riccardo DiVAlenzi, morto in questa casa, ti sto cercando, dai un segno se sei presente".
Il medium è in una fase di concentrazione elevatissima, riesco a vedere le piccole gocce di sudore sulla fronte nonostante qua la temperatura sia molto bassa.
Ore 01:30.
Il ragazzo è particolarmente reticente, non sembra abbia intenzione di palesarsi. Da quello che so è che il medium dovrebbe essere posseduto dallo spirito e parlare attraverso la sua voce, un'operazione molto delicata e pericolosa.
Ecco ci siamo, dopo molte richieste potrebbe essere arrivato.
"Dicci quale è il tuo nome e come sei morto".
"Ciò che tu cerchi è qui. Sono Dario DiVAlenzi, morto in questa casa con un colpo di fucile al volto".
"Visto che sei tu, sei in grado di raccontarci ciò che accadde quella notte?".
La voce che si sente è decisamente innaturale, grandi sospiri gutturali accompagnano la conversazione.
"Tutto iniziò quando mi svegliai improvvisamente a causa di un colpo molto forte, non riuscivo a cosa fosse stato. Mi alzai e vidi che erano l'1:45. Fuori c'era il temporale.
La mia camera era chiusa e da sotto vedevo la sottile striscia di luce che arrivava dal corridoio, pensai fosse caduto uno dei quadri così restai nel letto e mi rimisi sotto le coperte, ma prima vidi un'ombra passare, se fermò davanti alla mia porta e poi si allontanò.
Qualche istante dopo le mia orecchi vennero squarciate dal suono di un'esplosione, Mi alzai di scatto e attesi seduto sul letto. Iniziai a tremare. Mi aspettavo di sentire che qualcuno uscisse dalla camere per vedere cosa fosse successo, ma non avvenne. Così mi feci coraggio e mi alzai.
Ore 02:00.
Uscii dalla mia stanza. L'unica luce arrivava dalla stanza dove stava mio padre con la tv accesa. In terra e sulla mia porta c'erano delle gocce di quello che sembrava sangue trascinato da delle dita. Pensai si fosse fatto male qualcuno. A quel punto chiamai i miei genitori, ma non risposero, chiamai allora mio fratello che un attimo dopo uscì dalla camera dei miei genitori. Mi fissò. Fu la cosa più agghiacciante che avessi mai visto, sino a qual momento si intende. Fra le braccia teneva come fosse un bambino piccolo il fucile di mio padre. Mi disse qualcosa ma non lo capii. Il volto era deformato in una espressione terrificante. Mi guardò, poi scattò in una espressione di rabbia. Gli chiesi cosa fosse successo, ma non rispose. I suoi occhi spalancati erano fissi su si me. Tornai subito in camera mia e mi chiusi a chiave. Sentivo i pasi che si avvicinavano costanti: -pat, -pat, -pat.
Tenevo l'orecchio teso sulla porta. Il mio respiro si fece sempre più corto man mano che si avvicinava: -pat, -pat, -pat. Passò davanti alla mia porta e lo sentii scendere poi per le scale.
Ore 02:30.
Non ebbi la forza di vedere dove andava. Ricordo la pioggia che batteva forte e i tuoni che facevano vibrare i vetri. Rimasi fermo ad ascoltare non con quanto tempo.; l'unica cosa che sentivo era il mio respiro e il battito del cuore.
Lentamente aprii la porta e uscii, ma non mi mossi, rimasi sul uscio immobile: ascoltavo.
Iniziai a camminare al buio, il temporale aveva fatto saltare la corrente. Con me avevo la torcia che stava nel mio cassetto, ma non osavo accenderla. Continuai a camminare tastando il muro, arrivai così al corrimano delle scale. Ogni tanto sentivo sotto le dita dei piedi qualcosa di umido e appiccicoso che volli credere fosse acqua. Scesi il più silenziosamente possibile le scale e arrivai al piano di sotto ed entrai nel soggiorno.
Ore 03:00
I lampi illuminavano per brevi istanti il grande salone. Accesi la torcia e la feci scorrere nel buio. Vidi del sangue vicino alla poltrona dove si siede mio padre, e la scia continuava sino all'ingresso che era aperto e dal quale entrava l'acqua. Trovai il suo corpo stesso a terra. Non potei trattenere le lacrime di dolore e un lamento di dolore usci dalla mia bocca. Le mani iniziarono a tremare intensamente facendo vibrare la luce. La spensi all'istante per lo shock. Cosa era successo? Dopo un po' la riaccesi per cercare il telefono li vicino, ma dal buio illuminai per un istante un viso che mi guardò. Mi si gelò il sangue. Aveva in mano ancora l'arma. Sorrise. Iniziai così a correre salendo le scale, ma arrivato alla fine inciampai sbattendo pesantemente la bocca spezzandomi gli incisivi. Mi alzai frastornato, ma venni ributtato nuovamente a terra, venni colpito con un colpo alle gambe. Il dolore fu straziante. Venni trascinato a forza mentre cercavo di fare resistenza aggrappandomi a qualsiasi appiglio con le mani, arrivando a graffiare perfino la parete. Fu inutile, arrivato nell'angolo del corridoio nuovamente un colpo mi fu esploso contro e poi il nulla".
"perchè credi ti abbia fatto questo?"
"Non l'ho ancora capito, io e mio fratello eravamo molto uniti, non avevamo mai litigato in modo serio".
La voce è sparita improvvisamente e tutto è tornato silenzioso. Il medium che ha fatto da tramite è rimasto seduto e sta bevendo dell'acqua. L'assistente che ha posto le domande lo sta aiutando a rimettersi.
Questo quindi è stato il racconto del fratello più piccolo. Dario DiValenzi di anni diciotto all'epoca.
Non posso però fare a meno di ripensare a tutta la vicenda. Da quello che abbiamo appreso dalla polizia e confrontandole con ciò che c'è stato raccontato ci sono cose che non tornano.
Ci si chiese per esempio che fine fece il coltello che venne usato dal fratello più piccolo per difendersi provocando il taglio dietro la gamba di Riccardo; anche se però Dario non ci ha parlato di questo fatto. Perchè come mise in luce l'autopsia il taglio nella gamba era inferto con una lama.
Ore 04:30
É giunto il momento di chiudere il cerchio. Sono trascorse poco più di cinque ore da quando abbiamo iniziato, e questa credo sia stata la notte più lunga e intensa della mia vita e di chiunque sia con me.
É incredibile come si sia creata un aria di attesa così forte. Sarà pure il temporale che ci mette del suo a complicare le cose.
Qua è tutto pronto. Si inizia.
"Dal profondo del buio sto cercando di entrare in contatto con Dario DiValenzi, Dario, colui che uccidere la sua famiglia in questa casa se sei qui dacci un segno".
Ancora nulla, la domanda è stata posta più sei volte ma ancora non reagisce.
04:35.
Poco fa c'è stata come dire, una sorta di interferenza medianica, stavamo cercando il contatto di Dario ma il medium ha esordito con una affermazione di una voce che chiedeva di poter parlare e non era il ragazzo.
Nuovamente chiede di essere ascoltato.
"Fate parlare me ora".
"Sei Dario?".
"Fate parlare me".
"Chiunque tu sia, se non sei Dario lascia che sia lui ad entrare in comunicazione".
Il medium continua ad essere posseduto da un diverso spirito che chiede di parlare.
"Dario DiValenzi, ti stiamo chiamando, parla attraverso la voce del medium".
"Sono 50 anni che non trovo pace", ancora una volta assistiamo ad una interferenza spiritica, può succedere. Abbiamo deciso di continuare vista la sua insistenza. Devo far notare che la voce del tramite ora viene emessa in modo strozzato, sembra fare fatica a parlare e gli occhi sono diventati bianchi e tremano li palpebre.
Lo spirito dice che ha da raccontare molte cose.
"Siamo qui per questo, se vuoi parlare hai tutta la nostra attenzione".
"Dovete sapere cosa è successo".
"Di chi stai parlando?".
"Sono qui, sono Riccardo, sono io che sto parlando adesso".
Mai mi capitò una cosa del genere, due spiriti diversi si stanno contendendo il diritto di poter parlare nello stesso istante. Il medium è in grossa difficoltà, è chiaramente visibile.
"Riccardo, sei tu?".
"Si". La voce è roca e flebile.
"Non potete sapere cose c'è da questa parte, non immaginate come si stai da questo lato tra il buio eterno; urla, sofferenza, disperazione... è giusto che io sia qua ed è giusto che ci siano anche i miei genitori, ma lui no, non lui, non ha avuto nessuna colpa".
"A chi ti riferisci?".
"Parlo di mio fratello Dario, lui non c'entrava in questa storia".
"Perchè dici questo? eppure lo hai ucciso".
"Ho molto da raccontare e ciò che seguirà sarà il mio di resoconto. Mio padre si vantava di essere un grande uomo, un uomo importante e di affari con la sua famiglia felice e perfetta. Che ipocrita. Io invece ero quello disprezzato e insultato. Mi troneggiava. Non ero degno del suo cognome. Non ero diventato come lui nella vita. La mia vita ai suoi occhi era bruciata, finita, annientata e questo non lo sopportava. Io ero quello che si era liberato dalla sua tirannica oppressione e non lo sopportava, ma ero io a non sopportare più lui. É da quando aveva diciotto anni che si scagliava contro di me. Ero arrivato ad odiarlo. Così dopo un'altra furiosa lite, la notte del 12 ottobre mi alzai dal letto, scesi in cantina e presi il fucile che teneva nell'armadio e tornai in camera. In cucina vidi ancora la luce accesa, era mia madre, quella troia buona solo a farsi sbattere da altri senza vedere in che condizioni era ridotta la sua famiglia senza fare nulla. Beveva alcol. Andai da lei e parlammo, era completamente ubriaca. Finimmo per avere una pesante discussione ovviamente, mi mandò a prendere una nuova bottiglia di vermouth. Non ce la facevo a vederla così. Di li a pochi istanti sarebbe crollata, ma per accelerare i tempi sciolsi una quantità sufficiente do sonnifero che usa lei per dormire, gliela versai nella bottiglia dopo diche la bevve tutta e andò a letto completamente stordita. Svenne sul cuscino. Attesi paziente in camera mia mentre fumavo una cassa ascoltando musica classica La danza delle ore. Riccardo ero sicuro che dormiva da bel po'.
Non so che ore fossero, spensi il mozzicone, controllai l'arma, tutto a posto. Scesi le scale al buio, girai a destra e rimai sull'ingresso del salone avvolto dal buio. Solo la tv mi illuminava debolmente. Finalmente mio padre si accorse della mia presenza. Il cuore prese a battermi. Lui non fece a tempo ad alzarsi dalla poltrona che ero già vicino a lui e gli sparai ad una gamba. Urlò. Fu una sensazione appagante. Volli godermi quegli istanti; lo feci camminare, meglio dire strisciare verso l'uscita della stanza poi appena fu vicino alla porta di ingresso lo freddai con un colpo al petto e non si mosse".
"E tua madre?".
"Lei, credo dormisse o forse era già morta, ma poco importava. Lei non mi odiava e forse fu per quello che ebbi pietà e la addormentai, ma ciò non mi fermò da ciò che dovevo fare. Ciò che non sopportavo era la sua inettitudine e lo squallore della vita promiscua. Passava metà della giornata a prendere pastiglie, anti depressivi e alcol e non faceva altro che lamentarsi della sua vita, così per sfuggire a se stessa andava in giro la notte come una cagna fradicia in cerca di letti più caldi, visto che l'unico uomo che non toccava più era mio padre, troppo molliccio e calvo.
Ne aveva avuto abbastanza. Salii le scale, camminavo lentamente. Mi fermai poi davanti alla porta di camera di mio fratello, lui si che mi capiva, era il mio migliore amico. Accarezzai la porta. Dopo di che mi diressi da mia madre. Era coricata a pancia in giù, non accesi nemmeno la luce, mi avvicinai e sparai alla nuca: Bham! venni completamente investito dal sangue che andò ad aggiungersi a quello di mio padre, lo sentivo colare sul viso. Non avevo ne rimorso ne rimpianto, però dovevo finire, il che significava ammazzarmi, in quel momento venni interrotto dalla voce di mio fratello che mi chiamava Uscii dalla stanza da letto tenendo il fucile tra le braccia, mi guardò sconvolto. Io non volevo mi vedesse così, gli dissi di andare in camera e di chiudersi a chiave, ma lui restò li a parlarmi. In me montò una folle rabbia, non doveva vedere cosa avevo fatto. Andai vero di lui, non gli avrei fatto nulla, se non spaventarlo ed entrò in camera sua e li si chiuse. Passai davanti a camera sua e scesi le scale tenendomi al corrimano facendolo scivolare col sangue.
Arrivato alla porta di ingresso spostai il corpo di mio padre con il piede e la aprii, venni investito dalla pioggia che cadeva abbondante. Continuai a camminare al freddo, non sapevo dove sarei andato, ma mi sarei ucciso. Intanto l'acqua mi puliva il viso e le mani dal sangue".
Ore 5:30.
"Mi diressi verso il boschetto quando accadde ciò che non pensai potesse accadere. Mi trovai davanti ad una figura vestita di nero. Non disse nulla, non capii che ci facesse li. Improvvisamente venni aggredito, si scagliò con violenza. Caddi per terra tramortito sotto la pioggia. Quando ripresi conoscenza mi alzai non avevo più il fucile e vidi che la porta di ingresso era aperta, cos' mi ricordai di mio fratello. Corsi per andare da lui. Dal piano di sopra sentii le sue urla, salii le scale più in fretta che potei."
La disperazione della spirito di Riccardo è talmente profonda che il medium percepisce il suo dolore e piange, è impressionante.
"Ma fu troppo tardi, un colpo di arma da fuoco mise a tacere le sue grida. Mi avventai contro l'aggressore di Dario, doveva pagarla quel maledetto. Ne seguì una colluttazione tra noi due. Durò pochi minuti credo. Caddi a terra e sentii un forte dolore alla gamba, era un dolore come non lo avevo mai provato. Mi aveva ferito ai tendini del ginocchio destro. Non potei più fare nulla ormai. Mi avvicinai a Dario. L'aggressore conservò il suo coltello e prese il fucile e mi sparò nel corridoio vicino a mio fratello. Ecco cosa accadde quella notte. Non ho altro da aggiungere. Addio".
Poche parole riesco a dire dopo quello che ha raccontato. Tutti siamo esterrefatti. Dario non fu quindi ucciso dal fratello allora e lui non si suicidò, venne ucciso da un terzo aggressore che. Ecco spiegata la terza ombra che apparve sugli schermi, ma la polizia non ha mai trovato le sue tracce.
Stiamo risvegliando il medium, in questo momento è estremamente provato. Gli abbiamo raccontato cosa fosse successo e come è ovvio è palesemente scosso.
Ore 06:00.
Ora che sappiamo questo nuovo fatto abbiamo deciso di fare l'ultimo atto per chiudere questa vicenda.
Il medium ha acconsentito a procedere e ora cercheremo di entrare il contatto con l'aggressore che era entrato da fuori.
Hanno però deciso che faranno a cambio per quest'ultima seduta. Sarà certamente un caso da riaprire.
Come in precedenza le domande per chiamarlo sono state poste, aspettiamo che risponda.
Ci siamo, dalla voce del medium esce un suono ma non capiamo cosa possa essere. Gli è stato chiesto di comunicare un po' più chiaramente se gli fosse stato possibile.
Il medium sta facendo molta fatica ad articolare in modo chiaro le parole. LA voce è gutturale ma è più comprensibile.
"... questo che state facendo è male".
"Perchè dici questo?"
"Non sapete cosa avete fatto".
"Se sei l'aggressore che entrò in questa casa la notte del 12 ottobre del '74, puoi raccontarci cosa accadde quella notte?".
"Si. Il temporale quella notte mi sorprese mentre mi trovavo nascosto tra gli alberi. Entrai scavalcando la recinzione e mi nascosi li sotto.. Mi avvicinai lentamente ancora sotto gli alberi, la casa era totalmente al buio, solo i lampi la illuminavano. Portavo con me una pistola e un coltello. Improvvisamente dalla casa si aprì la porta principale e uscii una persona armata di fucile, capii che mi avevano visto. Così camminai con passo svelto e sapendo che non mi aveva ancora visto gli andai di sopra e lo aggredii facendolo cadere e colpendolo più volte con il calcio della pistola lo lasciai li tramortito. Presi il suo fucile ed entra in casa. Era tutto al buio. Aspettai nell'ingresso, c'era un silenzio particolare. Ascoltai quel silenzio per recepire dei rumori. Sentii poi dei passi scendere dalla scale. Un lampo fugace illuminando l'ingresso mi fece capire che si trattava di un giovane che scendeva le scale, Mi nascosi in mezzo al buio poichè vedevo il fascio della sua torcia che si era accesa ed entrare nella stanza a fino all'ingresso. Come mosse la luce quello stesso istante vidi il corpo di un uomo morto vicino alla porta. Lo vide anche il ragazzo che trasalì per il terrore. Spense la luce e lo sentii singhiozzare ed ansimare. Poco dopo la riaccese e fu in quell'istante che mi illuminò, sgranando gli occhi spense la luce a corse su per le scale ma arrivato al ultimo gradino scivolò sbattendo la faccia. Mi avvicinai e lo afferrai per le caviglie. Urlava il suo terrore e si divincolava così mi scivolò dalla presa. Tramortito si mosse ma io scesi afferrai il fucile e lo colpii alla gola, un colpo secco. Non ebbi il tempo di girarmi che venni aggredito alle spalle e fui buttato a terra.
Il fucile mi scivolò dalle mani, così per difendermi presi il coltello e colpii quasi alla cieca. Il suo grido di dolore mi fece capire che avevo colpito a segno. Si toccava la gamba destra. Misi a posto l'arma e preso il fucile lo colpii alla testa. Non sapevo cosa fare, andarmene o continuare per ciò che ero andato a fare, ovvero rubare . Così decisi di continuare il mio progetto ed entrai camera da letto ma quando entrati vidi il corpo della donna completamente dilaniato e insanguinato persi completamente il senno, tutto l'orrore che avevo visto esplose e volli scappare via. Nella foga della corsa inciampai nelle scale buie sbattendo la testa più volte. Riuscii ad uscire dalla casa ma ero completamente frastornato e non capivo dove stessi andando. Non capivo nulla, la pioggia e i tuoni aumentavano il senso di stordimento, raccolsi la pistola che avevo lasciato cadere e decisi di allontanarmi il più velocemente possibile. Ero totalmente frastornato che non mi accorsi di stare andando verso lo stagno della loro casa.
Inciampai in una radice e caddi pesantemente nell'acqua. Avendo i riflessi totalmente annebbiati non riuscivo a nuotare, e così annaspai per un po', poi sprofondai li sotto.
"Il tuo corpo non venne mai trovato?".
"No, voi però non lo direte a nessuno".
"Che intendi?".
Il medium si è alzato in piedi. Il suo volto ha cambiato totalmente espressione, è spaventosamente irriconoscibile. Ha detto che sappiamo troppe cose che non debbono essere conosciute.
Gli strumenti sono come impazziti mi dice il collega dal pc, stanno segnalando forti energie magnetiche e i rilevatori sono sballati.
In questo momento tutte le porte si stanno aprendo e chiudendo da sole.
L'assistente del medium sta cercando di risvegliarlo, ma non ci riesce. Le luci si accendono e si stanno spegnendo. Urla ovunque.
Sento urla straz...
12 ottobre 2021. Ore 06:30.
Questo che segue è il resoconto di ciò che accadde questa notte in casa dei DeValenzi. Se volete sapere cosa accadde a coloro che vi entrarono, guardate i filmati che sono stati registrati.